giovedì 24 aprile 2008

BELLA CIAO!



Niente "Bella Ciao" ad Alghero. Il sindaco forzista dice che è una canzone che divide. E c'ha ragione, divide i fascisti dal resto della società civile. I fascisti accolsero la nascita della Repubblica al canto de "Il 25 Aprile è nata una puttana, si chiama Repubblica Italiana". Tanto per chiarire.

Buon 25 Aprile a tutti ( o quasi)! Sempre resistenti, che i tempi sono duri.
Una dedica al sindaco Marco Tedde e al presidente del consiglio che mai ha presenziato alle celebrazioni del 25 Aprile (non ne abbiamo mai sentito la mancanza e comunque resta un fatto senza precedenti):

Una mattina mi son svegliato,o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!Una mattina mi son svegliato ed ho trovato l'invasor.O partigiano, portami via,o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!O partigiano, portami via,ché mi sento di morir.E se io muoio da partigiano,o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!E se io muoio da partigiano,tu mi devi seppellir.E seppellire lassù in montagna,o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!E seppellire lassù in montagna sotto l'ombra di un bel fior.E le genti che passerannoo bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!E le genti che passeranno Mi diranno «Che bel fior!»«È questo il fiore del partigiano»,o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!«È questo il fiore del partigiano morto per la libertà!» »

martedì 22 aprile 2008

TIBET

Ricevo e volentieri pubblico:
Vi chiediamo di leggere, firmare e far circolare questo documento.
Mentre gli intellettuali e gli artisti di tutto il mondo si mobilitano a sostegno del diritto del popolo tibetano alla sopravvivenza (perché subisce da 60 anni una colonizzazione genocida) e dei diritti umani in Cina, gli intellettuali italiani, seguendo il cattivo esempio della maggioranza dei politici nostrani, fanno finta di niente, tacciono, alcuni (per fortuna davvero pochi, come Vattimo) si schierano addirittura a difesa del Goliacinese, uno dei regimi più tirannici e sanguinari del pianeta, o, in modo più subdolo, altri editorialisti, (come Sergio Romano), liquidano la questione tibetana come un’inesorabile conflitto tra la modernità (la Cina contemporanea) e il conservatorismo arcaico (la civiltà tibetana). E anchese fosse vera l’identificazione della Cina con la modernità, allora dovremmo considerare legittima l’imposizione della “modernità” con la pulizia etnica,la tortura e le armi? E in cosa si differenzia questa “modernità” dalla“barbarie”? Anche gli sportivi “puri” che vogliono “preservare” le olimpiadi dalle ingerenze socio-politiche, dimenticano che l’idea fondante dell’Olimpiade esprime un principio etico ben preciso: un sano agonismo sportivo al posto(e contro) il conflitto tra popoli e individui. Purtroppo la cosiddetta “ragion di Stato” si trincera dietro il primato degli interessi economici su ogni diritto, per quanto legittimo. E questo oblio dei diritti è tanto più facile da gestire quanto più si mantiene la gente nell’ignoranza, e su quanto accade in Tibet da 60 anni si sa ben poco,l’arrogante politica cinese del respingere ogni notizia sul Tibet comeun’ingerenza illecita negli “affari interni”della Cina vince proprio suquesto piano. Noi vogliamo fare il contrario, far sapere a più gente possibile ciò che i tibetani hanno subito dall’invasione cinese del 1950 sino a oggi, con un elenco di fatti accaduti e accertati da molteplici organizzazioni umanitarie, da viaggiatori e giornalisti di tutto il mondo.Lasciamo a ciascun lettore il commento e la valutazione se sia lecito restare indifferenti o farsi addirittura complici silenziosi di fronte a questa “lista degli orrori”. - Divieto a giornalisti , turisti e agli stessi tibetani, di circolare liberamente nel territorio tibetano - i tibetani costretti a imparare a memoria le citazioni del Libretto rosso di Mao Zedong, e, a partire dagli 8 anni, confessare come crimine qualsiasi ostilità o indifferenza all’ideologia del Partito Comunista cinese, molte confessioni vengono estorte con la tortura e molti condannati vengono giustiziati, - esecuzioni capitali pubbliche di oppositori tibetani, alle quali i tibetani sono costretti ad assistere, le famiglie devono pagare il prezzo delle pallottole per riavere i corpi dei congiunti. - ad alcuni oppositori tibetani condannati a morte viene tagliata la lingua prima dell’esecuzione per impedir loro di morire gridando “Tibet libero”, - nei campi di prigionia, tibetani costretti a lavori forzati pesantissimi, con pochissimo cibo e costretti a mangiare nei contenitori dei loro escrementi. - tortura costante e feroce di tutti i prigionieri “politici”, - imposta statale sul grano che ha affamato la popolazione autoctona, mentre la collettivizzazione forzata era tutta orientata a sottrarre il prodotto i contadini tibetani in favore dei cinesi, provocando continue carestie. Vecchi e bambini costretti a lavorare, contadini retribuiti con un cucchiaio di cibo al giorno. Molti tibetani costretti a mangiare carogne di animali per sopravvivere o morti di fame o indotti al suicidio. Molti loro cadaveri usati per concimare il terreno. - chiusura delle attività commerciali tibetane a vantaggio di quelle cinesi, - trasferimento coatto dei tibetani dalle loro case e dalle loro zone d’origine, - trasformazione dell’assetto geologico e urbanistico delle aree naturali e degli insediamenti tibetani, - distruzione di quasi tutte le foreste e della fauna del Tibet,costruzione di edifici per i coloni cinesi nei parchi della capitale, - costruzione di una fabbrica di armi nucleari nella zona del lagoKakonor, - scarico di scorie radioattive nelle montagne himalayane del Tibet, - Impossibilità di muoversi per i tibetani sul proprio territorio o di espatriare senza autorizzazione cinese. Divieto di riunirsi in più di 3 persone nei luoghi pubblici, anche solo per mangiare o bere, - divieto di insegnamento nelle scuole della lingua e della cultura tradizionale tibetana, i bambini sono strappati alle famiglie ed educati secondo i modelli cinesi. Ai giovani tibetani è insegnata la derisione e il disprezzo della cultura autoctona e parlano tutti cinese. - i vestiti e le acconciature tradizionali tibetani sono proibiti, - controllo spietato delle nascite dei tibetani, che in molte zone si è tradotto nella sterilizzazione forzata e di massa delle donne, in altri casi in stupri delle donne tibetane da parte dei cinesi. - parti clandestini con pericolo di vita per madri e figli.Separazioni forzate fra madri e figli neonati, - colonizzazione cinese di massa dei Tibet fino all’attuale riduzione della popolazione locale a minoranza demografica… - Divieto della bandiera tibetana tradizionale e di immagini del Dalai Lama, - perseguitate le preghiere e gli atti devozionali come pratiche reazionarie e superstiziose, - centinaia di monasteri, anche molti antichi, saccheggiati e distrutti (quasi sempre costringendo gli stessi monaci e devoti adistruggerli) i blocchi di legno matrici dei testi religiosi usati come legna da ardere, le statue in terracotta distrutte, quelle in metalli comuni fuse, quelle preziose trasportate in Cina, - i monasteri non distrutti trasformati in tribunali politici,stalle, magazzini di merci, solo nei casi più rinomati in musei, - monache sverginate in modo pianificato con l’uso di manganelli.Monaci e monache costretti ad avere rapporti sessuali in pubblico. - - eccetera, eccetera La lista potrebbe continuare e incrociarsi con quella delle atrocità imposte agli stessi cittadini cinesi che rivendicano libertà civili e democratiche(non scordiamoci Tien Amen) ma dovrebbe essere già più che sufficiente a destare disgusto in qualsiasi persona dotata di un minimo senso etico,indipendentemente dalle convinzioni religiose, filosofiche e politiche. Ilproblema è che tale indignazione non è sufficiente, la Cina è ormai divenutala principale potenza demografica ed economica del mondo, con una forza espansiva dei suoi prodotti e della sua popolazione senza precedenti, il suo processo di democratizzazione è oggi quindi, più che mai, un problema internazionale e una questione che riguarda tutti noi.
Roma, 21 aprile 2008
Andrea Balzola, drammaturgo e docente universitario, Roma
Elisa Nicolaci, scultrice,
Roma Caterina Crisafi, insegnante, Roma
Maria Di Vita, pensionata, Roma
Renato Sala, ricercatore universitario, Alma Ata

COMPLEANNO




Eh si, oggi è il mio compleanno. Devo dire la verità, sono sempre stato un tipo vanitoso.

Mi piace avere festa in torno, gente che ti fa gli auguri, amici che ti telefonano, insomma quelle cose che si fanno. Anche dopo avere passato i quaranta. Dite che c'è da preoccuparsi?

Non so, però il compleanno l'ho sempre pensato così. Il giorno che ti chiedi che hai fatto, a che punto stai, cosa hai ancora da dire, se ne vale la pena, se ne sei in grado e via dicendo.

Nonostante tutto, essendo un Toro, ho la testa dura e finora non mi sono mai fermato e non ho intenzione di farlo. Insomma sarà un altro bel compleanno. Eppoi il 22 aprile è molto vicino alla mia festa preferita, La Liberazione. Mio padre invece compiva gli anni il 24 e quel giorno facevamo festa per tutti e due. Oggi ne avrebbe 81. Ciao Pà.
Ok, cacciamo le lacrime. Fatevi un prosecchino stasera verso le 7 e pensate al Vostro.

Prosit!

domenica 20 aprile 2008

PARCO SEMPIONE


Ci sono canzoni che fotografano stati d'animo, storie di particolare importanza, momenti storici, atmosfere. Mi vengono in mente De Gregori con "Viva l'Italia" o "La Storia", il De Andrè de "La domenica delle Salme" e più vicino a noi il Frankie Hi NRG di "Quelli che benpensano" e gli EELST de "La terra dei cachi". Resto a EELST perchè in Studentessi, loro ultimo lavoro, c'è questo pezzo, "Parco Sempione" che trovo, come sempre per Elio, geniale. C'è da dire che quella per la sopravvivenza del parco è stata una vera battaglia portata avanti da Rocco Tanica. Prendo da Wikipedia :" Dopo un intro simile a quello di Birdland dei Weather Report, già colonna sonora dello spot Ramazzotti della "Milano da bere" (velato riferimento alle vicende successive), il testo, intervallato da vocalizzi in milanese, si presenta come lo sfogo di un frequentatore del Parco Sempione, che non riesce a dedicarsi alla lettura di un libro in quanto disturbato da un suonatore di bonghi che suona ininterrottamente e, per giunta, completamente fuori tempo. Pertanto nasce una discussione tra i due personaggi, dove ognuno reclama la propria libertà (quella di potersi dedicare alla lettura e quella di potersi esprimere con la musica), che però termina col personaggio iniziale che sfonda i bonghi al suonatore.



A questo punto il testo diventa decisamente più serio e l'argomento della canzone si sposta introducendo un terzo personaggio (anche se non esplicitato, si tratta dell'amministrazione della Regione Lombardia), che quasi a voler risolvere le scene descritte nella prima parte della canzone, preferisce eliminarle alla radice distruggendo il parco in cui si svolgono. È a questo punto che il gruppo denuncia la vicenda del "Bosco di Gioia", abbattuto per lasciare spazio a degli edifici della Regione; nell'ultima parte del testo viene fatto riferimento alle sedicimila firme raccolte per evitare l'abbattimento e allo sciopero della fame attuato da Rocco Tanica. Alla fine l'abbattimento è avvenuto lo stesso, per di più approfittando di un periodo di vacanza, quando molta gente non era presente in città per poter protestare. Il brano, che parte come una rappresentazione ironica di una situazione fastidiosa, ma leggera, diventa quindi un'invettiva da parte del gruppo verso le persone che hanno voluto questo abbattimento, al punto che la canzone termina bruscamente con un pesantissimo insulto rivolto agli stessi. La versione per le radio, denominata Parco Sempione (versione Piazza del Cannone), non contiene tale parte finale, probabilmente sia per ragioni di lunghezza che per questioni di trasmissibilità."


Ecco il testo e di seguito il link del video. Forza Elio!


Elio e Le Storie Tese - Parco Sempione

Verde e marrone/dentro la mia città/metto su il vibro/leggo un bel libro/cerco un po’ di relax/all’improvviso/senza preavviso/si sente un pim pam pum/un fricchettone/forse drogato/suona e non smette più (bonghi)

questo fatto mi turba/perchè suona di merda/non ha il senso del ritmo/e non leggo più il libro/quasi quasi mi alzo/vado a chiedergli perchè/ha deciso che, cazzo,proprio oggi/niente lo fermerà.
Piantala con sti bonghi/non siamo mica in Africa/porti i capelli lunghi/ma devi fare pratica/sei sempre fuori tempo/così mi uccidi l’Africa/che avrà pure tanti problemi/ma di sicuro non quello del ritmo
“Dai barbon, cerca de sona mej,che son dree a fà balla i pe!Anca se gh’hoo vottant’ann,voo giò in ballera con la mia miee.Ohè, che dò ball,te me s’ceppet l’oreggia,ti, i to sciavatt e i bònghi!”
Caro signore/sa che le dico/questa è la libertà/sono drogato/suono sbagliato/anche se a lei non va
non vado a tempo/lo so da tempo/non è una novità/io me ne fotto/cucco di brutto/grazie al mio pim pum pam (bonghi)
Questa cosa mi turba/e mi sento di merda/quasi quasi mi siedo/ed ascolto un po’ meglio/forse forse mi sbaglio/forse ho preso un abbaglio/forse forse un bel cazzo/fai cagare/questa è la verità
Ora ti sfondo i bonghi/per vendicare l’Africa/quella che cucinava/l’esploratore in pentola/ti vesti come un rasta,ma questo no, non basta/sarai pure senza problemi/ma di sicuro c’hai quello del ritmo
“Oè! Te tiri ona pesciada in del cuu!Va a ciappà i ratt’!Te pòdet vend dòma el tò ciccolatt!”
Ecco spiegatocosa succedein tutte le cittàIo suono i bonghitu me li sfondidi questo passodove si finirà?
Ecco perchè qualcuno/ pensa che sia più pratico/radere al suolo un bosco/considerato inutile/roba di questo tipo/non si è mai vista in Africa/che avrà pure tanti problemi/ma di sicuro non quello dei boschi
Vorrei suonare i bonghi/come se fossi in Africa/sotto la quercia nana/in zona Porta Genova/sedicimila firme/niente cibo per Rocco Tanica/ma quel bosco l’hanno rasato/mentre la gente era via per il ponte
Se ne sono sbattuti il cazzo/ora tirano su un palazzo/han distrutto il bosco di Gioia/
QUESTI GRANDISSIMI FIGLI DI TROIA!!

venerdì 18 aprile 2008

SALONE DEL LIBRO DI TORINO



Io non ritengo che uno Stato che mantiene un’occupazione, commettendo giornalmente crimini contro civili, meriti di essere invitato ad una qualsivoglia settimana culturale. Ciò è anti-culturale; è un atto barbaro mascherato da cultura in maniera cinica. Manifesta un sostegno ad Israele, e forse anche alla Francia che appoggia l’occupazione. Ed io non vi voglio partecipare.



Aharon Shabtai

in risposta alla convocazione al Salone del libro di Parigi

Aharon Shabtai è uno dei maggiori poeti israeliani contemporanei e il più apprezzato traduttore di drammi greci in ebraico.










Ogni anno il popolo palestinese commemora al-Nakba, la catastrofe.
Al Nakba è l’appellativo che i Palestinesi danno al 15 maggio 1948, data in cui lo stato d'Israele si è impossessato delle terre, delle case e delle vite del popolo palestinese.
Al Nakba è stato il giorno in cui il popolo palestinese si è transformato in una nazione di rifugiati. 750.000 Palestinesi sono stati espulsi dalle loro case e sono stati costretti a vivere nei campi profughi. Molti di quelli che non sono riusciti a scappare sono stati uccisi.
Nel 1948 più del 60 per cento della popolazione palestinese è stato espulso. Più di 530 villaggi palestinesi sono stati evacuati e distrutti completamente.


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Che dite, c'è nè abbastanza per non partecipare al Salone Del Libro di Torino, che quest'anno ha invitato lo Stato di Israele, quando già si era impegnato con l'Egitto?

Personalmente non andrò ed invito a non andare.

Aggiungete il fatto che il patron di tutta la fazenda è un ex piduista e il gioco è fatto:

Rolando Picchioni tessera P2 n.2095



Pensate, quanta strada han fatto gli ex piduisti, uno ce l'abbiamo persino a capo del governo, dell'editoria, dei mass media. Non vi viene in mente che il piano di rinascita democratica abbia raggiunto il suo scopo?

« Il vero potere risiede nelle mani dei detentori dei mass media »
(Licio Gelli)

martedì 15 aprile 2008

RISULTATO ELETTORALE ( sogno di una notte agitata)


Arriva al potere la feccia di questo paese, che, come primo atto di governo ci toglierà la Costituzione nata dalla Resistenza. Sono gli stessi che organizzarono il luglio del 2001 a Genova. E la situazione del mondo è critica. Saranno loro a gestire la crisi, e non è certo con i criteri del capitalismo compassionevole che vi si accingeranno.
Non cercheranno mediazioni e consenso. E se arriveranno decisioni di guerra le prenderanno senza esitazioni.
Cambia la musica. Per questa generazione di giovani sarà la prima, vera esperienza di una lotta senza esclusione di colpi. Dovranno impararla sul campo. Un campo dove i detentori del potere hanno anche l'informazione e la comunicazione dalla loro parte. Non dimentichiamolo.
Giulietto Chiesa



" Pronto? Si guarda stiamo preparando...si, non so, credo sia meglio in auto...scusa un attimo..amore, le mutande sono nel secondo cassetto, prendi i calzini neri, stanno lì...eccomi scusa ma la Isa non trovava delle cose...allora dicevamo...si passate voi, ok.. no in aereo no io ho paura. A me piacerebbe Barcellona, poi vediamo, ho visto su internet gli ospedali dove fare domanda...o qualche studio privato, vediamo.Ho telefonato pure a Marco che è a Madrid da una decina di anni, per il momento ci ospita lui, scusa un attimo..Isa mi prendi Morte a Breslavia che lo finisco, e porta via anche Gramsci e Pasolini, si li metti in mezzo alle t shirt, forse non se ne accorgono. Eccomi, va bene vi aspettiamo, ciao".

domenica 13 aprile 2008

NOTIZIA

Ricevo una buona notizia da un'amica e ve la giro

Carissimi italiani in Italia e non! Il film "Bye Bye Berlusconi" presentato alla 56° edizione del Festival di Berlino nella sezione "Panaroma Speciale" non é mai uscito nelle sale cinematografiche italiane. Siamo riusciti finalmente a riappropriarci dei diritti e da qualche giorno il film é disponibile on-line. Il film era stato acquistato dalla "Blu International", una ditta fantasma, che non lo hai mostrato. (Esiste comunque un simpatico camping che si chiama Blu International). Se volete scaricare il film visitate il sito: www.byebyeberlusconi.com

MEMORIA 2- MANGANO L'EROE


''I libri di storia, ancora oggi condizionati dalla retorica della Resistenza, saranno revisionati''.





Arieccoli. Oh, ci provano in tutti modi. Questo paese così com'è non gli va. Non gli va la Costituzione, non gli va la Resistenza, non gli va soprattutto che la magistratura si interessi ai fatti loro. La frase che avete letto è di Marcello dell'Utri, amicone di Berlusconi insieme a Cesare Previti. Per sapere di più di dell'Utri basta cercare in rete o semplicemente consultare Wikipedia dove tra l'altro troverete che " ...Nel 1980 la Criminalpol di Milano, nell'ambito di un'indagine di droga, intercetta una telefonata tra Mangano e Dell'Utri. In questa telefonata, divenuta celebre, Mangano parla di un "cavallo" e propone a Dell'Utri di entrare nell'affare. Il defunto giudice Borsellino affermò a riguardo in un'intervista:« Sì, tra l'altro questa tesi dei cavalli - che vogliono dire droga - è una tesi che fu avanzata alla nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta al dibattimento, tanto è che Mangano fu condannato al dibattimento del maxi processo per traffico di droga ». Vi consiglio un buon libro che spiega come ha fatto soldi e fortuna Berlusconi: si intitola "L'odore dei soldi" di Elio Veltri e Marco Travaglio ( lo dico per i più giovani che magari negli anni 90 non si interessavano di queste facezie). Insomma queste persone si sentono in dovere di decidere della storia del nostro paese. Quella che hanno fatto i nostri nonni e i nostri padri sulla Linea Gotica, sui monti della Lunigiana, che ci hanno raccontato per anni. Invece che stare in galera stanno al governo, ma è un fatto normale? A proposito dell'eroe Mangano, sempre su Wikipedia si legge: "Fu indicato al maxiprocesso di Palermo, sia da Tommaso Buscetta che da Totò Contorno, come uomo d'onore appartenente a Cosa Nostra, della famiglia di Pippo Calò, il capo della famiglia di Porta Nuova (della quale aveva fatto parte lo stesso Buscetta)". E sempre di Mangano il signor Silvio Berlusconi dice (fonte adnkronos) ''non era uno stalliere ma il fattore che ad Arcore stava con tutta la famiglia .Poi ha avuto delle disavventure nella vita che lo hanno messo un po' in mano a una organizzazione criminale ma non ci risulta siano state pronunciate sentenze definitive nei suoi confronti". E ancora :"Dice bene Dell'Utri , perché Mangano fu tenuto in carcere, aggredito da un male, fino a un giorno prima della morte. E i pm si rivolgevano a lui affermando: 'Dì qualcosa contro Berlusconi e ti mandiamo a casa subito. Ma lui non inventò nulla contro di me". E noi, ovviamente, ci crediamo.Ora, capisco che in Italia è sempre esistito un movimento anticomunista, dai tempi della Guerra Fredda con Gladio e lo Stay Behind, la DC di Cossiga e Andreotti, i tentati golpe, le stragi di Stato i Servizi deviati , fino ad arrivare al craxismo. Ma oggi, dove cazzo sono i comunisti? Qualcuno lo dica al signor Berlusconi, che non ci sono più. Ha vinto Lui, il dott Silvio Berlusconi da Milano, tessera loggia P2 numero 1816 , che stesse tranquillo, questo paese in gran parte, gli assomiglia (salvo qualche sacca di resistenza che verrà spazzata via).Può morire in pace, qui comunisti non ce n'è. E, per qualcuno, neanche i nostri eroi come Falcone o Borsellino o Pier Santi Mattarella e il giudice Alessandrini o Pio La Torre.

No, ci sono i nuovi eroi, come Mangano.












PS:per saperne di più del dottor Silvio Berlusconi da Milano potete consultare il link sottoindicato



per quanto riguarda la loggia del venerabile maestro Licio Gelli consultare






MEMORIA


sono rimasto folgorato dal video di Ascanio Celestini che ho visto su you tube.

http://tw.youtube.com/watch?v=WMdkyVsmxyc

L'ho inserito in fondo all'articolo sulle elezioni scritto con Fabio Nardini, che compare sul sito http://www.cut-up.net/.
Sono del tutto d'accordo e apprezzo molto il lavoro di Celestini, ovvero raccontare storie di vita, mantenere viva la memoria. Cerco di farlo con i miei fumetti, con i romanzi. Per scrivere CITTA VUOTA, il romanzo che uscirà, ormai penso dopo settembre, ho fatto un lavoraccio di ricerca incredibile. Mi piace tuffarmi a testa bassa nelle pulciose pagine di vecchi quotidiani anni 40 e 70, scovare notizie curiose, da cui magari prendere spunto per avviare una storia. Sembra strano, magari a chi ha più di 40 anni come me, che molti ragazzi non conoscano Aldo Moro o le Brigate Rosse. Beh, anch'io alla loro età non sapevo chi fosse Ferruccio Parri (forse), ma avevo accanto persone stimolanti e stavo ad ascoltare i loro discorsi, mi piacevano le cose da grandi. Non per questo mi dimenticavo di giocare con gli amici ai Vendicatori ( io ero Capitan America o Occhio di falco o La Visione , non cambiavo da questi tre), con mio padre a palletta nel corridoi della casa di 3 vani in via Casoni, con altri amici a costruire le armi a raggi di Spazio 1999. Si la memoria è importante, ti serve per proiettari avanti, è quel pezzo di legno che hai sotto i piedi quando ti devi gettare nel vuoto.