martedì 5 agosto 2014

il prima e il dopo. Gli accadimenti che cambiano una storia


La vita è una storia?
Senza dubbio è una serie di accadimenti, talvolta voluti, talvolta subiti, comunque così è.
Talvolta aspettati, sospirati, temuti, odiati
Già, comunque accadono. E ci cambiano.
Per chi scrive storie, gli accadimenti sono il sale della narrazione. Tra un accadimento e l'altro succede quello che sta in mezzo, il frattempo, la preparazione a quel che accadrà.nella vita è diverso, non sappiamo sempre quel che accadrà, non possiamo avere tutto sotto controllo.
C'è chi crede che tutto abbia un senso, che esista una legge universale, una divina provvidenza.
C'è chi crede nell'esperienza, in causa/effetto.
Fondamentale è che, nel momento dell' accadimento, si genera un cambiamento, una frattura con il prima e comincia un dopo.
Niente sarà più lo stesso. E come potrebbe?
Prendiamo un esempio conosciuto a chiunque ( mi auguro).
In "North by northwest" (Intrigo Internazionale) di Alfred Hitchcock, il protagonista Roger Thornill (Cary Grant) si trova seduto ad un tavolo nella hall di un albergo con alcuni uomini d'affari. Alcuni figuri osservano la scena in attesa che un uomo faccia un segno identificativo. Thornill deve avvertire la propria madre e chiama un fattorino per poter telefonare. In quel mentre un autoparlante chiama il nome di " George Kaplan". Ecco che i due hanno trovato il loro uomo. Da questo misunderstanding nasce tutto l'intrigo del film.
Niente sarà più lo stesso per Roger Thornill : E' il classico tema hitchcockiano dell'uomo perrseguitato ingiustamente in questo caso con lo scambio di identità.




Creare una frattura, un evento, determina un cambiamento, nella vita come nella narrazione, è una legge universale.
E niente sarà più come prima.

martedì 3 giugno 2014

Parlare di Piero Umiliani

Ieri sera ho parlato di Piero.
Non era la prima volta, mi è capitato già con le presentazione di Giètz!, ma è stato diverso.
partire da " Da Roma a New York" e finire alla Musica elettronica. Spiegare l'unicità di Umiliani, del suo lavoro, della sua totale dedizione alla musica. Attraversare le tappe di una intera carriera stracolma di capolavori. In due ore, tutto da solo. raccontare e proporre brani fondamentali della discografia del Maestro. Alla fine ero esausto ma entusiasta. E la gente con me. Un quarto d'ora di applausi che mi ha imbarazzato. Un quarto d'ora di applausi per il Maestro, che ha incantato tutti. Mi sono emozionato si, pensando quanto sarebbe stato contento che la sua musica ancora sapeva emozionare e stupire. Chi mi fermava per sapere il titolo di questo o quel brano, di quanto fosse bello, lo stupore di una carriera tanto versatile, indipendente, libera

 All'uscita, dopo mezzanotte un tipo mi ringrazia per avergli fatto conoscere un vero e proprio genio che conosceva solo per ma nah ma nah. Beh, queste sono soddisfazioni, sapere che quel che hai fatto insieme ad un gruppo di persone qualificate, ha raggiunto lo scopo. Un lavoro " di servizio", per divulgare l'arte di un grande italiano, un grande artista cui tutti noi dobbiamo molto. Noi tutti che lo amiamo tanto

giovedì 29 maggio 2014

Un libro su Piero Umiliani 6

Come scatta un rapporto di empatia?
Fino ad ora ho sempre scelto di scrivere su argomenti che mi stavano a cuore, in modo del tutto libero.
Così è stato per Umiliani. Forse perchè il suo carattere assomiglia, per certi versi, a quella di mio padre.
 Umiliani aveva un carattere forte, indipendente, talvolta caustico.
Caratteristiche che molto probabilmente, hanno pesato anche sulla sua carriera. Questo me lo ha reso ancora più vicino. Per rendersi indipendente da una major come la RCA e poter gestire le proprie cose direttamente, dette vita a proprie etichette e ad un sontuoso studio musicale all'avanguardia. Incredibile!





la forza delle proprie convinzioni, la continua ricerca sonora, rendono Umiliani un personaggio unico nel panorama musicale italiano. Questo deve essere chiaro. Umiliani non è ascrivibile a questa o quella corrente musicale. Nato jazzista, ha percorso tutte le strade che aveva di fronte come musicista totale. Rimanendo in cuor suo fedele al jazz che è musica di confine e di contaminazione. Questo suo essere indipendente, "indie" diremmo oggi, libero, me lo ha fatto sentire sempre molto vicino.

sabato 24 maggio 2014

Un libro su Piero Umiliani 5

Cominciamo con una errata corrige: Musicaelettronica 1 è stata compilata da Rocco Pandiani, Gak Sato, Giulio Maini e Hiroshi Yamazaki. Maurizio aveva accreditato il solo Gak come compiler. Chiediamo scusa a Rocco Pandiani e soci per l'errore. nel volume trovate anche un'interessantissima intervita a quella persona squisita che è Rocco.
Cresce, sulla pagina facebook dedicata al libro, la voglia di sapere se nel volume stesso si parla di questo o quell'argomento. 
Come curatore ed autore posso dirvi che abbiamo cercato di dare del Maestro un ritratto a tutto tondo e che nel volume compaiono sia la figlia e cara amica Elisabetta, sia la signora Stefania Umiliani. Non finirò mai di ringraziarle per avermi dato la possibilità di scrivere su Piero e di decidere l'architettura da adottare per l'impianto stesso del libro. Come ho detto in un post precedente tutto nasce da questo fortunato volume uscito per Tunué nel 2010 e successivamente ristampato




il romanzo grafico è l' omaggio all'età dell'oro del jazz italiano e ai suoi molti protagonisti. 
Dico età dell'oro perchè in quel periodo i nomi dei musicisti e fior di professionisti riempirebbe mezzo elenco del telefono di una media città italiana. nel libro ne cito alcuni che lavorarono assiduamente con Umiliani. In un post precedente ho citato il grande chitarrista Mario Gangi. Qui vorrei parlare di Carlo Pes, figura centrale della musica italiana, già chitarrista di Bruno Martino e Armando Trovajoli, quindi compositore di colonne sonore e brani di grande successo come "il mondo" di Jimmy Fontana o " Che sarà" per Josè Feliciano.




 Collaboratore e compositore per Mina, Patty Pravo, Dalida e per Franco Califano. Carlo Pes fece parte dei mitici Marc 4 di Antonello Vannucchi, altro grandissimo del jazz italiano che ho avuto il piacere di intervistare: trovate tutto  nel volume.


 Al prossimo post

martedì 20 maggio 2014

Un libro su Piero Umiliani 4

Abbiamo detto di come Piero si fece trovare pronto al'arrivo delle truppe alleate con il suo Quintetto Stella.
Ciononostante nel '48 si diploma in giurisprudenza  e nel '52 si diploma al Conservatorio Cherubini in contrappunto e fuga. Sono anni frenetici perchè già si sposta per registrare le prime composizion jazz e per una tournee norvegese. esistono scritti teorici, che compaiono nel libro, nei quali Umiliani dice la sua sulla composizione e nuove tendenze jazz come be bop o su interpreti come Tristano. Aveva le idee chiare il giovine. In questo " ritratto del musicista da giovane", ovvero prima dell'esplosione con "I soliti ignoti" Umiliani fa il suo apprendistato, si misura con la tradizione, affronta le nuove tendenze ( be bop appunto) insieme a colleghi che segneranno il jazz italiano (Basso, Valdambrini, Bonetto). Mai scegliendo la via più facile dello "scimmiottare" ma cercando una via "italiana" al genere americano.






Noi italiani siamo stati maestri in quest'arte. Pensiamo al western italiano, ai crime movies italiani ( Di Leo) alla commedia italiana (Risi/Monicelli) etc etc. Umiliani si pone come musicista completo, di fronte a quella che reputa la musica del suo tempo, una musica in continuo cambiamento, votata alla contaminazione. Il Maestro saprà di volta in volta miscelare beat o bossa nova al dettato jazz senza snaturare mai il suo stile, riconoscibile già dalle prime esperienze

venerdì 16 maggio 2014

Un libro su Piero Umiliani 3

Com'era Piero Umiliani, o meglio, che tipo era?
Il libro copre questa domanda con intervista ad Elisabetta Umiliani , intervento della signora Stefania,moglie del Maestro, interviste a colleghi e produttori.Un'idea me la sono fatta. Piero era una persona libera sino al midollo, era fiorentino, era salace, arguto e simpaticamente dispettoso. Era solare, innamorato della vita ma con punte malinconiche. Era pignolo ed esigente. Ma lasciava spazio ai musicisti per interpretare la sua musica. Nel libro abbiamo cercato di non essere eccessivamente "tecnici", abbiamo scelto la leggibilità, pur cercando di spiegare dove risiede la peculiarità dell'arte di Umiliani. A proposito della malinconia umiliana, cito un brano che si intitola "Crepuscolo sul mare" o "Alba sul mare" ( Down on the sea) che compare nella colonna sonora de La legge dei gangsters, del 1969, una delle mie preferite in assoluto.




Quando si pensa ad Umiliani vengono in mente la colonna sonora de I soliti ignoti, le colonne sonore per Scattini, i films con Zeudi Araya, Svezia Inferno e Paradiso, brani sensuali, leggeri, eleganti, avvolgenti.
Umiliani scrisse il brano di cui sopra per un grande chitarrista classico, Mario Gangi. Un esercizio di stile unico, un brano di grande intensità e drammaticità, una cascata di note che sembra non dover finire mai. Se ne accorse anche David Holmes nel 2004 per la colonna sonora di Ocean's Twelve. Umiliani era un musicista completo e sapeva comporre brani di grande profondità, è sufficiente riascoltare il lavoro con Baker o con Helen Merrill. Ma di questo parleremo più avanti

giovedì 15 maggio 2014

Un libro su Piero Umiliani 2

Cos'è la musica per voi?
Per me è qualcosa di imprescindibile. E' un sacco amniotico, è l'ancora di salvezza, è nella gioia e nella disperazione, è amica sposa e amante. da quando era bambino ascoltavo dal mangiadischi a 45 giri Mina e la musica italiana degli anni 60: Franco IV e Franco I  Camaleonti, Reitano, Pavone Little Tony, Tony Cucchiara, Tony  del Monaco, Carrà, Vartan, Di Bari, Hardy etc etc. ma anche Ray Conniff, Sinatra, Percy Faith, Harry James, Morricone. Più avanti con il primo giradischi stereofonico del Reader Digest, Bacharach, Henry mancini e le grandi colonne sonore, di cui i miei genitori erano ghiotti: Piccioni Morricone Trovajoli e Umiliani su tutti. Questo imprinting è rimasto, nonostante, crescendo mi sia immerso nella New Wave, nell'avanguardia, nell'elettronica e quant'altro.

 https://www.youtube.com/watch?v=X9SQMpGpGiM


Lo spirito popolare andava di pari passo con i Kraftwerk o i Can, per dire. Alcuni amici mi guardavano storto: l'ecclettismo, in Italia, non è mai andato molto di moda. Spesso i fruitori di musica sono settari. Anche per questo adoro Umiliani. Partito dal Jazz, è entrato in conservatorio e in tempo record si è laureato in composuizione. Sentiva che gli mancava qualcosa. Si è tuffato in qualsiasi anfratto compositivo, dalla melodia napoletana alle canzoni per Sanremo, alle composizioni di musica applicata ( cinema,televisione), all'elettronica.



Si innamorava dei suoni. Come Eno o Gabriel. Sviluppava dischi interi sullo strumento di cui si era innamorato ( Sinthy time), e si metteva al suo servizio. Girava il mondo e portava a casa strumenti: dall'Africa o dall'Asia, da Londra o da New York. Li suonava con lo stile "Umiliani". Perchè esiste uno stile "Umiliani", lo riconoscete subito. Come lo stile "Morricone". Ecco, anche per questo mi sono innamorato di Piero Umiliani

lunedì 12 maggio 2014

Un libro su Piero Umiliani ( parte 1)

Tutto cominciò nel 2008 o giù di li, con il contratto per Tunué riguardo Giètz! la graphic novel di Hannes Pasqualini e mia che tanto successo avrebbe avuto ( bontà vostra). Avevo bisogno di un coprotagonista, che portasse per mano il giovane trombettista Nico Bertini dall'anonimato alla notorietà. La scelta era tra Armando Trovajoli, Piero Piccioni e Piero Umiliani, le tre colonne del jazz italiano del dopoguerra. Interpellai la moglie di Trovajoli che, in modo neanche troppo carino, rifiutò, ritenendo un romanzo a fumetti poco consono al valore del marito. Andò molto bene con gli eredi del maestro Piccioni e con la famiglia Umiliani, la signora Stefania e le figlie. In particolare con Elisabetta si sviluppò un ottimo feeling. La scelta era stata fatta. Dopo la ristampa di Giètz! e dopo un romanzo (L'insulto del tempo) sentivo che il " cerchio" con Umiliani non era ancora chiuso. Telefonai ad Elisabetta poco più di un anno fa e le chiesi di realizzare una lunga intervista. Ovviamente si disse subito disponibile.


Tergiversai, forse si poteva fare qualcosa di più, un vero volume sul Maestro, un lavoro che mettesse in luce il talento poliedrico, il lavoro instancabile, il lato elettronico, la preveggenza. Si, dovevo fare un libro su Umiliani! Mi misi in contatto con tutti coloro che già mi avevano dato una mano per Giètz! a partire da Paolo Fresu e Stefano Zenni e ad Elisabetta stessa. Man mano che la rete di contatti si enstendeva, saliva l'entusiasmo e la voglia di sprofondare nel lavoro del Maestro. Credo che in fondo di questo si tratti, di un atto d'amore. un po' tutte le cose che scrivo lo sono, però alcune lo sono più di altre. Nel prossimo post vi parlerò di altre cose interessanti  (spero), occorse nella stesura del libro. Mi raccomando, prenotatelo il libro. Ah, il titolo è "Piero Umiliani in parole e musica" ed è edito dalla prestigiosa casa Auditorium. See you later