mercoledì 6 ottobre 2010

Giètz!: Miglior libro di scuola italiana: una riflessione



Il premio di Romics mi ha fatto riflettere: " premio come miglior libro di scuola italiana". Ho cominciato a leggere fumetti negli anni 70 e per la maggior parte era materiale Corno, supereroi e Alan Ford. Crescendo sono arrivate le riviste contenitore, Il Mago,Frigidaire,Pilot,Eternauta,Comic Art, Orient Express etc etc. Tendenzialmente ero molto "esterofilo", eccezion fatta per alcuni bonellidi quali Mister No, Ken Parker, Martin Mystere. Ecco, molto probabilmente, un conto è ciò che assimili leggendo ed un conto è ciò che scrivi quando diventi un professionista. Il primo spillato, disegnato da Pako, era una storia d'amore ambientata a Monterosso, nelle 5 Terre, negli anni 50. Poi alcune brevi storie tratte dai racconti di "Immune" (cut up edizioni) di ambientazione cyberpunk: ho dato libero sfogo alle passioni per Moebius,Bilal,Gibson etc etc. In sostanza, adoro gli inglesi (Moore, Gaiman,Milligan,Morrison)ma non ho mai preso in considerazione l'idea di scimmiottarli. C'è un fumetto che, ripensandoci, ricorda il tipo di atmosfere che adoro. Si chiama "Giuli Bai" ed è di Berardi e Milazzo (Ken Parker). Ecco, forse la "scuola italiana" viene da loro...

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