domenica 21 marzo 2010

FRESU


La sera del 22 luglio 2008 me ne sto comodamente seduto in Piazza del Bastione a Spezia (la mia città) ed aspetto l’inizio del concerto di Paolo Fresu ed Uri Caine insieme a mia moglie. E’ la 40esima edizione del Festival del Jazz, il più longevo d’Italia. Un’ottima edizione (curata dall’amico Matteo Piazza), che vede arrivare in città e provincia Antonio Ciacca, Kenny Wheeler, Kenny Barron, De Paula e Bosso, Ludovico Einaudi, Cafiso e molti altri talenti. Giètz! sta a metà del guado ed ho in testa, da qualche tempo, di chiedere ad un trombettista, un intervento da inserire come prefazione o comunque come testo correlato. Conoscendo l’escursus di Fresu, il ragazzo partito da Berchidda e diventato una star internazionale, ho deciso di rivolgermi a lui che meglio di ogni altro, incarna l’ascesa del “mio” Nicola Bertini. Il concerto propone molti brani dell’ultimo lavoro “Things”, insieme ad alcuni standards italiani. Emozionante e magico come sempre. Al termine del concerto mi avvicino al palco, Vedo Paolo che chiacchiera con Lella Costa, resto ad aspettare. Passa l’amico Matteo e gli chiedo se può presentarmi. Stringo la mano e mi presento, iniziando ad illustrare il progetto cui sto lavorando: non ho nulla con me, ne tavole ne sceneggiatura, nulla. Racconto del concerto che Duke Ellington tenne al Teatro Monteverdi nel maggio del 1950. Uri Caine al nome di Ellington rizza le orecchie e si avvicina con il suo bicchiere di bianco. Racconto della vicenda di questo trombettista che alla fine della guerra comincia a muovere i primi passi tra band italoamericane e clubs. Entrambi si interessano molto e Paolo mi dice di scrivergli e tenerlo aggiornato. Nei mesi seguenti prendo a mandargli materiale, sino ad arrivare alla fine. Mi chiede gentilmente di fotocopiare tutto e spedirglielo. Mentre si trova a Bari lo chiamo su sua indicazione: si complimenta per il lavoro e mi chiede alcune precisazioni storiche. Lo scritto arriva puntale ed è quello che leggete in coda a Giètz! Grazie Paolo.

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